Glossario

Carico litostatico[1] 
Il carico litostatico (comprendente i fluidi) in ambienti tettonici estensionali coincide con la direzione dell’asse principale del massimo tensore degli sforzi. L’aumento del carico litostatico determina una crescita dello stress differenziale che può portare all’attivazione o innesco di faglie attive. Viceversa, il carico litostatico in ambienti compressivi è il minimo tensore di sforzo, e la sua diminuzione aumenta a sua volta lo stress differenziale, facilitando l’attivazione o l’innesco di faglie attive. In ambienti tettonici trascorrenti il carico litostatico è il tensore intermedio degli sforzi. Pertanto tali modifiche del campo di sforzo devono essere attentamente monitorate e valutate nel volume crostale coinvolto dall’attività mineraria, al fine di non turbarne l’equilibrio. 
Deformazione del suolo[1]  
Cambiamento di forma, volume e/o della posizione di una o piu’ porzioni dello strato superficiale che ricopre la crosta terrestre.
Faglia attiva[1]  
Faglia che presenta evidenze di scorrimento relativo tra due volumi di roccia/terreno avvenuto nel corso degli ultimi 40.000 anni, per cui si presume che lo scorrimento possa ancora verificarsi. 

Faglia capace[5] 
Faglia attiva ritenuta in grado di produrre fagliazione in superficie cioè la dislocazione istantanea – cosismica – verticale e/o orizzontale dei terreni lungo uno o più piani di taglio.
Faglia sismogenica[1]  
Faglia in grado di generare terremoti. Al fine di stimare la pericolosità sismica, l'aggettivo sismogenico viene attribuito alle faglie presenti in quella parte della litosfera che si trova al di sopra della transizione fragile-duttile e che è caratterizzata da un prevalente comportamento elasto-fragile e/o elasto-frizionale delle rocce.
Giacimento (reservoir)[1]  
Struttura geologica con caratteristiche che hanno consentito, nel tempo, l’accumulo e la conservazione degli idrocarburi. La presenza di particolari assetti geologico/strutturali nel sottosuolo (trappole) ha determinato condizioni potenzialmente favorevoli all’accumulo degli idrocarburi, impedendone la migrazione, e quindi la dispersione. Una volta depletato, dopo aver valutato la capacità volumetrica totale (stock) e le caratteristiche petrofisiche (porosità, permeabilità, saturazioni gas/acqua), può essere in taluni casi essere convertito a sito di stoccaggio. Il giacimento è un sistema roccioso poroso e permeabile, strutturalmente complesso, caratterizzato da proprietà geominerarie eterogenee che influiscono sui volumi in gioco e sul movimento dei fluidi.
 
Interferometria SAR differenziale (DInSAR o più semplicemente InSAR)[1]  
Tecnica per la stima delle deformazioni del suolo con accuratezza dell’ordine di frazioni della lunghezza d’onda del segnale radar trasmesso nella banda delle microonde.
Magnitudo Locale (ML)[1] 
La magnitudo locale (ML) o magnitudo Richter, è stata introdotta da Richter (1935 ) La definizione originale della magnitudo locale è basata sulla misura dell’ampiezza di un sismogramma registrato da un sismografo standard chiamato Wood-Anderson:
    ML = log10 A - 1.67 + 2.56 log Δ
dove A è l’ampiezza massima del moto del suolo, corretto per la risposta strumentale, misurata in μm e Δ è la distanza in km (Δ < 600 km).La magnitudo locale ML è raramente utilizzata oggi nella sua formulazione originaria dal momento che i sismografi a torsione Wood-Anderson non sono più disponibili e perché, naturalmente, la maggior parte dei terremoti non avviene in California. Per questo motivo i coefficienti dell’equazione vanno opportunamente ri-calibrati mediante specifiche analisi preliminari sui sismogrammi acquisiti nella regione d’interesse. Con l’avvento delle registrazioni digitali dei terremoti, è oggi pratica corrente calcolare la magnitudo locale dalla conversione dei sismogrammi in registrazioni simulate a un sismometro Wood-Anderson. 
Magnitudo Momento (Mw)[1]  
La magnitudo momento (Mw) è stata introdotta da Kanamori (1977) e Hanks e Kanamori (1979) per misurare la grandezza di un terremoto in termini di rilascio di energia. Si basa su di un parametro di sorgente, il momento sismico scalare (Mo), che esprime il momento di una delle due coppie di forze che generano la dislocazione all’origine del terremoto e che risulta uguale al prodotto tra la rigidità delle rocce (μ) nella zona sorgente, la dislocazione finale media sulla superficie di frattura (D), e la dimensione dell’area di faglia (Σ):
     Mo = μ D Σ
La scala di magnitudo-momento è pertanto definita in termini della magnitudo M_w che si ottiene dal momento sismico attraverso la relazione: 
    Mw = 2/3  log10A〖Mo-6.1〗
in cui M_o è espresso in Nm. Questa scala di magnitudo, pur essendo calibrata sulla M_S(magnitudo dalle onde di superficie), gode della importante proprietà che non satura al crescere della magnitudo.
Meccanismo focale[1]  
Il meccanismo focale di un terremoto descrive la deformazione nella regione sorgente da cui sono irradiate le onde sismiche. Nel caso di un evento sismico prodotto dalla frattura lungo una superficie di faglia, il meccanismo focale fornisce l’informazione sull'orientazione nello spazio del piano di faglia e del vettore di dislocazione ed è anche conosciuto come “soluzione del piano di faglia”. Per descrivere l’orientazione di tale piano in un sistema di coordinate geografiche sono necessari due angoli, l’orientazione (o strike) e la pendenza (o dip). La direzione di dislocazione è invece specificata mediante una di due quantità alternative che descrivono la direzione media di dislocazione (rake o plunge).

Memory Gauge[1] 
Tipo di misuratore /manometro elettronico di pressione che campiona e registra la pressione a fondo pozzo, raccogliendo i dati e rendendoli adatti al download su apparecchi di acquisizione quando lo strumento montato viene ritirato in superficie. I memory gauges sono generalmente utilizzati per misurare la pressione e la temperatura a fondo pozzo in risposta alla variazione dei tassi di produzione nei test di verifica di produttività del pozzo e delle performance del reservoir. 

Pressione di poro[1]  
Si intende la pressione dell’acqua all’interno dei pori di un mezzo saturato e si indica con la lettera (P). Quando è presente il fluido all’interno delle rocce, la forza effettiva σn è ridotta da una quantità equivalente alla pressione di poro, e lo stress di taglio (τ) richiesto per causare scivolamento è ridotto secondo la seguente legge:
     τcrit = µ (σnP)
Questa riduzione nella forza effettiva sulla faglia crostale è il meccanismo essenziale della sismicità indotta. Per uno stato di stress tettonico costante, la forza effettiva sulla faglia crostale può essere ridotta al di sotto della soglia critica da un aumento della pressione di fluido contenuta all’interno delle rocce, che porta all’improvviso scivolamento e all’avvenimento di un terremoto.

Sistema di acquisizione/trasmissione dei dati in tempo “quasi reale”[1]  
Si intende il tipo di acquisizione e trasmissione attraverso cui il dato, una volta raccolto dallo strumento di acquisizione (stazione sismologica), è inviato immediatamente al sistema di elaborazione e archiviazione attraverso pacchetti di dati a lunghezza finita. Nel tempo quasi-reale il sistema rilascia l’informazione con una cadenza temporale non rigorosamente definita e rispettata, così come accade per i sistemi in tempo-reale. Nei sistemi a tempo quasi-reale il ritardo con cui viene rilasciata l’informazione è in genere dell’ordine di frazioni di secondo per il sistema di acquisizione e dell’ordine di decine di secondi fino a pochi minuti per il sistema di elaborazione e localizzazione ed eventuale segnalazione.
Sismicità indotta[1] 
Sismicità generata da variazioni del campo di stress attribuibili ad attività antropiche (McGarr et al., 2002) o a fenomeni naturali non legati alla deformazione tettonica della crosta terrestre (es: precipitazioni atmosferiche). 
Sismicità innescata[1]  
Per sismicità innescata s’intende un’attività naturale la cui enucleazione è stata anticipata da attività antropiche e in particolare dalla sismicità indotta. Le attività antropiche sono responsabili solo di una minima frazione delle variazioni del campo di stress che genera la sismicità, mentre il ruolo principale è svolto dal campo di stress pre-esistente dovuto alla tettonica. 

Sismicità innescata[1]
Si usa invece il termine di sismicità innescata o attivata o (in inglese Triggered Seismicity) quando le attività antropiche sono responsabili solo di una minima frazione delle variazioni del campo di stress che genera la sismicità, mentre il ruolo principale è svolto dal campo di stress tettonico pre-esistente. Ancora, citando McGarr et al., “Causative activity accounts for only a small fraction of the stress change associated with the earthquakes. Pre-existing tectonic stress plays the primary role”.

Nella realtà, la distinzione tra terremoti indotti è innescati è molto più sfumata di quanto si vorrebbe. Di fatto, molti dei terremoti indotti si verificano lungo piccole faglie pre-eseistenti che si attivano a causa dei fluidi che vi penetrano internamente e che alterano le condizioni di sforzo normale pre-esistenti. Si può però affermare che le attività antropiche non sono in grado di “indurre” grandi eventi sismici ma possono invece innescarli.

Sismicità naturale
 
[1]
Sismicità prodotta da variazioni del campo di sforzo dovuto alla deformazione tettonica della crosta terrestre.

Sismicità stimolata
E' una definizione più generica che include sia la sismicità indotta che innescata, e si riferisce a particolari condizioni (iniezione di fluidi in rocce anidre ad elevata temperatura). 
Synthetic Aperture Radar (SAR)[1]
Modalità di acquisizione da parte di sistemi radar coerenti in grado di consentire la generazione, a seguito di opportuna elaborazione dei dati acquisiti, di immagini a microonde con elevate risoluzioni spaziali (metro/decina di metri).

Rilascio di sforzo (o stress-drop)[1]
Il rilascio di sforzo è la differenza tra lo sforzo iniziale e finale lungo la superficie di faglia, dopo l’occorrenza di un episodio di frattura che da luogo ad un terremoto. Esso è un parametro fisico generalmente variabile sulla superficie di faglia, ma viene solitamente indicato e misurato il suo valore medio. Il rilascio di sforzo si distingue in statico (static stress drop), differenza tra lo sforzo iniziale ed il livello di attrito statico a frattura avvenuta, o dinamico (dynamic stress drop), differenza tra lo sforzo iniziale ed il livello di attrito dinamico durante l’evoluzione della frattura. 

Surface Readout (SRO)[1]
Termine generico che indica una Lettura superficiale (Surface) tramite invio di una informazione trasformata in forma leggibile (read out). Nel caso specifico indica la lettura superficiale dei dati di fondo pozzo in superficie per mezzo di una linea elettrica. 



Riferimenti bibliografici 

[1] Gruppo di lavoro UnMig-CIRM (2014). Indirizzi e linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell’ambito delle attivita’ antropiche. Ministero per lo Sviluppo Economico, Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche, Link web

[2] Hanks, T.C. and H. Kanamori (1979). Moment magnitude scale, Journal of Geophysical Research 84 (B5): 2348–50). 

[3] Kanamori H. (1977). The energy release in great earthquakes. J. Geophys. Res. 82, 2981-2987). 

[4] McGarr, A., D. Simpson, and L. Seeber (2002). Case histories of induced and triggered seismicity. International Handbook of Earthquake and Engineering Seismology, Part A, W.H.K. Lee et al., eds., Academic Press, 647-661. 

[5] Dipartimento della Protezione Civile. Glossario. Link web

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