È ben noto nella letteratura scientifica (es., National Research Council, 2013) che alcune attività antropiche sono potenzialmente in grado di indurre o innescare terremoti, come ad esempio: il riempimento di invasi idrici, la produzione di energia geotermica, l’attività mineraria, i test nucleari, l’estrazione e/o iniezione di fluidi nel sottosuolo (es., per la produzione di idrocarburi, lo stoccaggio di gas, il sequestro sotterraneo di CO2, la reiniezione delle acque di strato nel sottosuolo).
La sismicità indotta/innescata dalle attività antropiche non è solo un tema di ricerca scientifica ma ha anche un forte impatto sociale a causa delle sue implicazioni sul rischio sismico delle aree interessate. In riferimento al territorio italiano, l'ISPRA ha reso pubblico sul proprio sito il “Rapporto sullo stato delle conoscenze riguardo alle possibili relazioni tra attività antropiche e sismicità” che fornisce informazioni su quanto è stato fatto in Italia relativamente a studi di sismicità indotta/innescata. Il documento è stato redatto da ricercatori dello stesso ente con la collaborazione di personale di INGV, CNR, OGS, Dipartimento Protezione Civile e Ministero dello sviluppo economico.
Al momento sono stati organizzati i dataset di forme d'onda relativi alla seguente area:
National Research Council (2013). Induced Seismicity Potential in Energy Technologies, 262 pp. The National Academies Press, Washington, D.C.
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